Vi è mai capitato di pedalare in tranquillità ed essere affiancati da un ciclista vampiro ?
Sono persone all’apparenza normali e innocue, magari anche socievoli ed estroverse, ma osservandole con più attenzione ci accorgiamo che nascondono bisogni inappagati e piccoli vuoti interiori che non sono in grado di colmare da soli, incapaci di provare emozioni autentiche.
Hanno bisogno dell’energia degli altri, intesa come carica e slancio vitale. Per questo vampirizzano, lo fanno per nutrirsi della vitalità altrui.
Si attaccano alla vittima finché non ne assorbono tutta l’energia, lasciandola svuotata e scarica.
E’ importante riconoscere i segnali identificativi di un vampiro per salvaguardare la propria vitalità oppure per evitare di assumere noi stessi un comportamento vampiresco nei confronti di qualcuno.
Ecco quindi gli atteggiamenti più comuni che caratterizzano un vampiro emozionale:
Egocentrismo (parlano solo delle proprie imprese)
Invadenza (fanno un sacco di domande sul tuo modo di andare in bici e ti riempiono di consigli inutili)
Tendenza a giudicare (si lamentano di tutti, degli automobilisti, delle strade, degli altri ciclisti)
Manipolazione (tendono a spiegarti quello che tu già sai su come funziona la bici e su come si pedala in salita)
Mancanza di ironia (non capiscono le battute)
Sono noiosi (disquisiscono solo di luoghi comuni)
Dopo aver interagito con un vampiro emozionale ci si sente diversi, e, all’improvviso, senza un motivo che giustifichi il cambiamento, si prova: confusione cognitiva ed emotiva, mal di testa, spossatezza, irritabilità, cattivo umore, tristezza, nervosismo. Siamo stati vampirizzati.
Antitodo
Una volta identificato un vampiro emozionale in bicicletta, prima ancora di subirne gli influssi negativi, provate a staccarlo in salita con uno scatto repentino, mantenendolo a distanza, oppure procedete più lentamente, e, appena coperti da una curva, fate inversione e sparite. Qualunque nuova strada si imbocchi in questo modo, sarà sempre migliore.
Appena rientrati in casa, immuni, cercate di capitalizzare l’esperienza e provate a domandarvi da quanti vampiri siete circondati.
Quindi la vecchia categoria dei ‘succhiaruota’ si è evoluta?
Bella Daniela 🙂