Il 26 marzo, a Roma, al Bike Summit 2019, presso la sede dell’Unioncamere, è stato presentato il 1° rapporto sul Cicloturismo in Italia 2019, realizzato da UNIONCAMERE, INSART, LegamBici, Legambiente.
I dati forniti sono interessanti perchè fotografano una realtà in grande sviluppo nonostante l’arretratezza del nostro sistema di offerta e la pressochè inesistenza di un sistema infrastrutturale pensato per accogliere e favorire questo fenomeno.
Eppur si muovono… i cicloturisti in Italia (leggi: 1° rapporto sul Cicloturismo in Italia 2019 – Unioncamere Legambiente).
Dal rapporto risulta infatti che nel 2018 sono state rilevate presenze cicloturistiche che ammontano a 77, 6 milioni, pari all’8,4% dell’intero movimento turistico in Italia, con un aumento del 41% all’interno del comparto “turismo attivo” nell’ultimo quinquiennio.
La presenza di un numero così elevato di cicloturisti sulle nostre strade ha anche un risvolto economico rilevante. Si calcola che abbia prodotto 7,6 mld di ricavi nel 2018.
La ricerca ha classificato i cicloturisti dividendoli in 3 categorie:
Turisti sportivi – Scelgono la destinazione turistica in base all’attività sportiva che vanno a svolgervi (sostanzialmente i cicloamatori agonisti che partecipano alle varie granfondo)
Turisti CON bicicletta (Holidays Cycling) – I turisti per i quali l’escursione in bicicletta è una parte della vacanza ma non è la componente principale
Turisti IN bicicletta (Cycling Holidays) – Turisti per i quali la principale motivazione è il viaggio in bicicletta.
Il Rapporto non prende in considerazione la prima categoria di ciclisti che pure rappresenta una realtà molto interessante considerando i numeri di alcune manifestazioni monumento come la 9 Colli di Cesenatico, la maratona delle Dolomiti, la Sella Ronda Hero, la Strade Bianche e l’Eroica che contano dai 5000 ai 15 partecipanti.
Per quanto riguarda le altre due categorie, Isnart ha stimato nel 2018 ben 21,9 milioni di presenze che rientrano nella terza categoria dei Turisti In bicicletta, mentre 55,7 milioni le presenze dei Turisti Con bicicletta.
Altro dato interessante che emerge dal Rapporto è l’impatto economico prodotto dal Cicloturismo che è stato stimato complessivamente in 7,6 mld, risulatnti dalla somma di quanto speso dai Cicloturisti (2 mld) e dai Turisti ciclisti (5,6 mld).
Escludendo i costi del viaggio con altri mezzi per raggiungere le località di partenza o di vacanza attiva, che incide mediamente per gli italiani per circa 100 € e per gli stranieri per circa 340 €, il Cicloturista puto spende mediamente 54,6 € al giorno per dormire e 65,8 € per gli altri consumi, mentre il Turista ciclista 51,9 € per dormire e 76,8 € per gli altri consumi.
Il Rapporto dettaglia anche le tipologie di spesa ma la tabella è molto articolata e vale la pena studiarsela attentamente consultando direttamente il documento.
In occasione del Bike Summit 2019, evento realizzato in collaborazione con AMODO (Alleanza per la Mobilità Dolce) e GRAB+, sono state illustrate le iniziative che le varie regioni italiane stanno portando avanti per dotare il paese di infrastrutture adeguate a favorire il fenomeno del Cicloturismo. Oltre ai 4 progetti di Ciclovie Bicitalia/Eurovelo (Vento, Ciclovia del Sole, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, GRAB), finanziate dal governo in base alle recenti leggi sulla ciclabilità approvate in Parlamento, sono stati illustrati i progetti delle altre ciclovie in fase di studio e realizzazione, promossi dalle regioni e finanziati con altre risorse.
Lo stato dell’arte non è esaltante perchè sostanzialmente sia le grandi direttrici nazionali che le altre ciclovie sono quasi tutte sulla carta, ed escludendo le esperienze virtuose del Trentino Alto Adige con le sue ciclovie realizzate e funzionanti, del Friuli Venezia Giulia con realizzazioni e progettualità avanzate, e della Ciclovia del Sole da Verona a Firenze che, seppure non possedendo ancora tutti i requisiti di una ciclovia europea, è tutta percorribile e tutta servita dall’intermodalità treno + bici, tutti gli altri progetti sono, nel migliore dei casi, ancora nella fase di studio di fattibilità o in una fase embrionale di realizzazione (molto parziale).
Da quanto emerso dai dati forniti dai vari relatori, la realizzazione di una ciclovia può costare mediamente dai 100.000 ai 290.000 €/km. Non sono costi esagerati se rapportati a quelli della costruzione di altre infrastrutture come strade, autostrade e ferrovie, ma sono comunque rilevanti e non sempre risolutivi.
Infatti, mettendo insieme i dati del Rapporto con quelli dei progetti delle ciclovie emerge il fatto che il Cicloturismo in Italia esiste a prescindere dalle Ciclovie. Il tema quindi andrebbe spostato su un altro piano che coinvolge il sistema paese nel suo complesso.
Le strade in Italia ci sono e sono bellissime anche se, la maggior parte, in stato di abbandono. Sono le strade che consentono di raggiungere anche gli angoli più remoti del Bel Paese. Bisognerebbe, riclassificarle, riqualificarle e renderle fruibili per i ciclisti e i cicloturisti.
Un piano nazionale di riqualificazione delle strade esistenti accompagnato dalle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria, per la segnaletica e per la sicurezza, insieme ad una riforma intelligente del Codice della Strada, otterrebbe risultati sicuramente più immediati, con minore impatto e maggiori ritorni per territori più vasti.
Ben venga il completamento delle ciclovie finanziate e in fase di progettazione, ma per lo sviluppo del Cicloturismo bisogna abbandonare la logica delle opere pubbliche e lavorare sulla riqualificazione della rete esistente e intervenire sulla cultura della condivisione, affrontando in modo appropriato il problema/opportunità della convivenza sulle strade.