L’edizione del 3 marzo 2018 della Strade Bianche Pro è stata sicuramente una corsa epica, bellissima da vedere, emozionante da tutti i punti di vista.
L’ha vinta Tijesj Benoot, un belga sconosciuto ai più, che è riuscito a beffare nel finale altri due campioni giovanissimi ma di gran talento come Romain Bardet e il sorprendente Wout van Aert.
Una impresa di grande valore e prestigio perchè gli sconfitti, con grande onore, sono campioni affermati del calibro di Alejandro Valverde, Peter Sagan, Zdenek Stybar, a cui aggiungere Giovanni Visconti, giunto insieme ai primi, e poi tutti gli altri tra cui Tom Doumolin, Michal Kwiatkoski (il vincitore dello scorso anno) a oltre 5 minuti dal primo.

Una corsa che ci ha riportato alle imprese epiche dei campioni del ciclismo del passato ma che proietta il ciclismo nel futuro con uno spirito diverso, più autentico e più eroico, che esalta le qualità umane sullo sfondo di territori in grado di regalare scenari da favola.

Questo ciclismo ci piace. Ma non solo a noi. E’ il Ciclismo amato dalla gente, è il Ciclismo che emoziona.

Il successo di questa competizione è recente ma ha radici lontane.

Nasce da una intuizione di Giancarlo Brocci, l’inventore dell’Eroica di Gaiole in Chianti.

Brocci, racconta nella sua biografia, dopo il successo planetario dell’Eroica fu invitato a elaborare il progetto di una grande competizione internazionale nelle terre di Siena. Per lui fu semplice: non si trattava altro che di mettere insieme il successo che stava risquotendo l’Eroica a livello planetario, con un percorso eroico, simile per durezza ad alcune delle blasonate classiche del Nord, ma decisamente più bello e affascinante per via del territorio attraversato.
La Toscana, Il Chianti, le Terre di Siena, località e brand riconosciuti in tutto il mondo, oggetto dei desideri di turisti di qualsiasi origine ed estrazione.

La storia è controversa e oggetto di contenziosi legali che interessano i protagonisti della vicenda poichè oggi, gli interessi economici che ruotano attorno alle Strade Bianche, sono rilevanti.
Certamente però si può ricostruire in base alle date e alla concatenazione degli eventi.

Nel 1995 nasce “la Gino Bartali” una Gran Fondo che, richiamandosi alle gesta sportive del grande campione toscano, doveva contribuire a promuovere un terriotrio, quello del Chianti di Gaiole, marginale rispetto ai flussi turistici che privilegiavano le città d’arte, ma ricco di storia e cultura contadina.

Nel 1997 nasce “l’Eroica” come corollario alla Gino Bartali. Nasce come intuizione geniale di Brocchi che intende valorizzare le strade bianche presenti nel territorio (ma ancora non percepite come una caratteristica peculiare da tutelare e promuovere). Nasce in sordina ma poi cresce inesorabilmente quando viene introdotto un regolamento che limita rigorosamente la partecipazione a ciclisti con bici e abbigliamento d’epoca (prima del 1987, anno in cui venne introdotta l’innovazione del cambio sul manubrio). L’Eroica diventa così il TEATRO DEL CICLISMO, dove mettere in scena lo spirito che lo anima e dove tutti sono “attori” di questo grande spettacolo.

L’Eroica 2013 from valterb on Vimeo.

Nel 2007 nasce la Monte dei Paschi Eroica, la competizione per professionisti con partenza a Gaiole in Chianti e arrivo a Siena, sponsorizzata dalla banca, che si svolge il giorno successivo all’11a edizione dell’Eroica, su un percorso simile (non proprio lo stesso per via dell’arrivo che non coincide con la partenza).

Nel 2008 la seconda edizione della corsa (si chiama ancora Monte dei Paschi Eroica) viene anticipata a marzo e diventa la corsa che apre la stagione delle competizioni ufficiali in Italia. Vince Cancellara ma partecipano anche Ballan, Cunego, Bettini e molti altri. Il percorso piace. Si capisce subito che la corsa può avere successo e richiamare grandi interessi.

Dal 2009 la corsa cambia nome e prende quello attuale di “Strade Bianche”, una decisione di RCS che organizza l’evento. Con le vittorie di prestigiosi campioni come Cancellara, Kwiatkosky, Gilbert la corsa diventa sempre di più un appuntamento internazionale a cui partecipano i più noti campioni del ciclismo mondiale (vedi il palmares).

Si tratta di una prova particolarmente dura, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche poichè o si corre su ghiaia insidiosa, avvolti in una nuvola di polvere, o su fango scivoloso, imbrattati fino all’inverosimile, come nell’ultima edizione. Per questo ha acquisito l’appellativo della “Classica del Nord che si svolge più a Sud”.

Fatta questa ricosturzione della storia della corsa, faccio brevemente alcune considerazioni.

La chiave del successo sta prima di tutto nel territorio dove si svolge.

Il brand conta molto anche se non basta. Al brand territoriale si aggiunge il brand L’Eroica che è riconosciuto e replicato a livello mondiale, e per arrivare a questo è necessario un gran lavoro da parte di molti soggetti.

Il percorso è particolarmente bello perchè vario e articolato, fatto di continui strappi e discese ripide su fondi stradali diversi, con la presenza di molti tratti su sterrato (gravel) che sta diventando un must per le corse di successo. Infatti anche i grandi giri negli ultimi anni hanno introdotto alcune tappe con tratti sterrati o particolarmente accidentati per la presenza del pavè. Sullo sterrato è necessario possedere ottime doti di guida, avere coraggio e grande senso tattico.

Una corsa come la Strade Bianche non si può vincere a tavolino, questo è certo. Niente è mai prevedibile e questo è il suo fascino.

Il successo, oltre a questi ingredienti, è dato grazie a fattori immateriali molto importanti: su questa corsa aleggia lo spirito di grandi campioni del ciclismo, primo fra tutti Gino Bartali. Senza questo spirito, che rende il Ciclismo lo sport più seguito al mondo, la bicicletta sarebbe solo uno dei tanti mezzi di trasporto inventati dall’uomo.

Le foto della corsa del 3 marzo sono di Mauro Cippitelli che era presente all’evento.

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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