L’International Transport Forum ha pubblicato il documento di sintesi (cycling-safety-roundtable-summary) della tavola rotonda sulla Sicurezza dei ciclisti (Cycling Safety) che si è tenuta il 29-30 gennaio 2018 a Parigi.
I dati sono sconfortanti in modo particolare per l’Italia che è il paese con il più alto numero di morti per km percorsi in bicicletta (51 morti ogni miliardo di km pedalati).
Nel grafico sono riportati i dati relativi anche agli altri paesi monitorati e si evidenzia il fatto che i due paesi a più elevata cultura motoristica (italia e Usa) sono quelli dove muoiono più ciclisti.
La cultura motoristica che ha caratterizzato lo sviluppo delle reti stradali in Italia e in Usa ha prodotto un sistema viario pensato esclusivamente per le auto e gli altri veicoli motorizzati, senza tener conto della presenza e delle esigenze dei ciclisti e dei pedoni.
Questo comporta una promiscuità di utilizzo della rete viaria regolata da un Codice della Strada che privilegia la circolazione dei mezzi motorizzati a discapito degli altri, più lenti, e per questo, considerati come un ostacolo e un pericolo per la circolazione.
Muoversi in bicicletta in Italia è sicuramente più pericoloso che in altri paesi perchè alle carenze strutturali si aggiungono comportamenti incivili e sconsiderati da parte dei conducenti dei veicoli a motore, a cui è stato concesso il privilegio, nei fatti non discutibile, di essere i padroni delle strade.
Qualsiasi cosa un automobilista incontri lungo il suo cammino è considerata un ostacolo inopportuno al suo procedere “veloce”. Fanno unica eccezione i trattori per la loro dimensione non facilmente trascurabile anche dagli altri veicoli a motore.
I ciclisti devono adeguarsi a questa presunta regola e considerarsi un ostacolo per la libera circolazione dei veicoli.
A tal proposito, da parte degli automobilisti, viene invocata una norma di comportamento del Codice della Strada che impone a tutti i veicoli, ed in particolare a quelli sprovvisti di motore, di circolare in prossimità del margine destro della carreggiata. In oltre, i ciclisti devono procedere su unica fila e comunque mai affiancati in numero superiore a due.
CODICE DELLA STRADA – TITOLO V – NORME DI COMPORTAMENTO
Art. 143. Posizione dei veicoli sulla carreggiata.
1. I veicoli devono circolare sulla parte destra della carreggiata e in prossimità del margine destro della medesima, anche quando la strada è libera.
2. I veicoli sprovvisti di motore e gli animali devono essere tenuti il più vicino possibile al margine destro della carreggiata.
Art. 182. Circolazione dei velocipedi.
I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.
Fermo restando il fatto che le regole si applicano a tutti i veicoli, ci sono alcune norme che prevedono che il sorpasso sia possibile solo in alcune condizioni.
CODICE DELLA STRADA – TITOLO V – NORME DI COMPORTAMENTO
Art. 148. Sorpasso.
1. Il sorpasso è la manovra mediante la quale un veicolo supera un altro veicolo, un animale o un pedone in movimento o fermi sulla corsia o sulla parte della carreggiata destinata normalmente alla circolazione.
2. Il conducente che intende sorpassare deve preventivamente accertarsi:
a) che la visibilità sia tale da consentire la manovra e che la stessa possa compiersi senza costituire pericolo o intralcio;
b) che il conducente che lo precede nella stessa corsia non abbia segnalato di voler compiere analoga manovra;
c) che nessun conducente che segue sulla stessa carreggiata o semicarreggiata, ovvero sulla corsia immediatamente alla propria sinistra, qualora la carreggiata o semicarreggiata siano suddivise in corsie, abbia iniziato il sorpasso;
d) che la strada sia libera per uno spazio tale da consentire la completa esecuzione del sorpasso, tenuto anche conto della differenza tra la propria velocità e quella dell’utente da sorpassare, nonché della presenza di utenti che sopraggiungono dalla direzione contraria o che precedono l’utente da sorpassare.
3. Il conducente che sorpassa un veicolo o altro utente della strada che lo precede sulla stessa corsia, dopo aver fatto l’apposita segnalazione, deve portarsi sulla sinistra dello stesso, superarlo rapidamente tenendosi da questo ad una adeguata distanza laterale e riportarsi a destra appena possibile, senza creare pericolo o intralcio. Se la carreggiata o semicarreggiata sono suddivise in più corsie, il sorpasso deve essere effettuato sulla corsia immediatamente alla sinistra del veicolo che si intende superare.
4. L’utente che viene sorpassato deve agevolare la manovra e non accelerare. Nelle strade ad una corsia per senso di marcia, lo stesso utente deve tenersi il più vicino possibile al margine destro della carreggiata.
5. Quando la larghezza, il profilo o lo stato della carreggiata, tenuto anche conto della densità della circolazione in senso contrario, non consentono di sorpassare facilmente e senza pericolo un veicolo lento, ingombrante o obbligato a rispettare un limite di velocità, il conducente di quest’ultimo veicolo deve rallentare e, se necessario, mettersi da parte appena possibile, per lasciar passare i veicoli che seguono. Nei centri abitati non sono tenuti all’osservanza di quest’ultima disposizione i conducenti di veicoli in servizio pubblico di linea per trasporto di persone.
E’ evidente che l’attuale Codice della Strada è stato scritto da “automobilisti”, per altro, privi di buon senso. Le sue norme lasciano ampi spazi interpretativi e, comunque, sono tutte pensate privilegiando il punto di vista dei conducenti dei veicoli a motore.
Il sorpasso è consentito a tutti i veicoli e, quindi, anche ai ciclisti. Durante le manovre di sorpasso (tra loro) i ciclisti possono procedere in doppia fila anche se solo per il tempo necessario alla manovra.
Il sorpasso di un ciclista è comunque un sorpasso di un veicolo e deve essere compiuto dall’automobilista solo in presenza di condizioni che lo rendano possibile e sicuro.
Se c’è una linea continua che separa le carreggiate, questa linea non può essere superata e non per questo la presenza di un eventuale ciclista sulla destra può essere ignorata superando l’ostacolo ad una distanza minima.
In alcuni paesi è stata introdotta la distanza minima di 1,5 metri che deve essere rispettata dagli automobilisti. In Italia non c’è perchè i legislatori ritengono che sia difficilmente sanzionabile e, quindi, di difficile applicazione, ma servirebbe a introdurre un principio importante e cioè che un veicolo a motore non può sorpassare un ciclista se non ci sono le condizioni per farlo in sicurezza.
Come fare per rendere più sicure le strade italiane anche per i ciclisti ?
La ricetta del Forum è semplice e chiara: bisogna intervenire sul sistema delle infrastrutture e sulle norme che regolano la circolazione, uniformando entrambe a criteri di sostenibilità e di sicurezza.
Il primo intervento da fare è sulle norme del Codice della Strada che va ripensato e adeguato alle trasformazioni della società. Il tema della mobilità dolce non è più un argomento di nicchia e si sta sviluppando una nuova consapevolezza da parte dei cittadini la cui vita è resa sempre più difficile dalle attuali politiche della mobilità.
Il secondo riguarda le infrastrutture sulle quali si può intervenire con intelligenza. Le strade ci sono già. Si tratta di adeguarle ripensandole anche per la circolazione delle biciclette. Piuttosto che nuove e costose piste ciclabili sarebbe opportuno intervenire realizzando sulle strade esistenti delle porzioni di carreggiata ben segnalate, destinate alla circolazione di biciclette (light segregation).
Ci sono molti esempi realizzati in Europa e sarebbe bene che le Amministrazioni locali e i proprietri delle strade extraurbane ne tenessero conto nel ripensare la viabilità.
Ciao Valter, concordo sull’intervenire sulle infrastrutture e sul codice della strada. Ma contemporaneamente con una campagna di educazione stradale a tappeto: dall’asilo nido bisogna iniziare! Come ciclista, pedone e automobilista mi rendo conto che vi sono tanti automobilisti che, mentre guidano, fanno mille altre cose trascurando di prestare l’attenzione necessaria. E dire che il codice civile, prevedendo l’assicurazione obbligatoria, classifica esplicitamente la guida dell’automobile come attività pericolosa! Poi c’è da mettere in campo un’opera di diffusione di conoscenza, di persuasione riguardo le ricadute positive in termini economici dello sviluppo della mobilità dolce. La strada è lunga e disseminata di ostacoli ma ce la possiamo fare.