La valle incantata from Euromediaitalia on Vimeo.

Il viaggio in Italia ha origini antiche. Indipendentemente dal mezzo utilizzato (carrozza, carro, cavallo o a piedi) il viaggio in Italia era molto più difficile e complicato rispetto al viaggio in aereo, in auto o con il treno dei giorni nostri. Con le biciclette moderne è abbastanza facile anche il viaggio in bici, sicuramente più faticoso, ma realizzabile da un gran numero di ciclisti.

Spesso si fa confusione tra viaggio e vacanza. Per andare in vacanza è necessario avere tempo, denaro e una destinazione. Per organizzare un viaggio, invece, non bastano gli ingredienti della vacanza, ci vuole anche una forte motivazione.

La destinazione non è un luogo fisico determinato, può essere un obiettivo immateriale, come avviene nelle randonnée “alla francese” che devono essere completate entro un certo lasso di tempo, o, come sempre più spesso accade, tutto ciò che si incontra lungo il viaggio.

Abbiamo sempre affermato che il randonneur è diverso dal cicloamatore agonista perchè ha la possibilità di guardarsi intorno e di non dover competere con gli altri, ma viaggiare insieme agli altri. Non sempre questo avviene perchè la motivazione di molti randonneur è quella di completare il percorso il prima possibile e le preoccupazioni riguardano le condizioni della strada e quelle atmosferiche. Il resto è tutto in secondo piano.

Ciascuno è libero di vivere le proprie esperienze come crede.

Questo post ha l’obiettivo di richiamare la vostra attenzione su una diversa modalità di organizzare il viaggio, partendo dalla motivazione che lo ispira e lo guida.

Il mio amico Franco Passalacqua da anni si sta occupando di una complessa ricerca sui pittori “en plein air” che costituiscono un nucleo interessante di artisti europei che, nei secoli scorsi, hanno effettuato il viaggio in Italia con motivazioni affascinanti, tutte da esplorare, e che hanno prodotto una mole enorme di opere pittoriche che, oltre a documentare o, meglio, interpretare il paesaggio italiano, ci tramandano un modo di “vedere” e di comunicare questa visione, particolarmente interessante, perchè non riguarda solo la vista, ma tutti i sensi e altro tipo, più sottile, di sensibilità percettiva.

Il video che vi presento (su gentile concessione dell’autore) richiede un po’ del vostro tempo e della vostra attenzione, ma ne vale la pena perchè racconta, non solo per immagini, l’esperienza dei “plenaristi”, e fornisce spunti interessanti per affinare il nostro modo (di randonneur) di immergerci nella natura con uno spirito analogo.

Certamente è diminuito il numero di chi ama scrivere un diario di viaggio e usa il disegno per fissare nella memoria le emozioni provate, ma oggi ci sono strumenti anche più performanti per ottenere risultati analoghi.

Il problema non sta nel mezzo utilizzato, ma nel fine che si persegue.

Se il nostro viaggio ha motivazioni assimilabili a quelle dei viaggiatori del Grand Tour, gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, sono più che sufficienti per permetterci di realizzare una narrazione della nostra esperienza.

Narrazione e non documentazione.

Questa credo che sia la sfida dei viaggiatori del nuovo millennio.

La posta in gioco non è il viaggio ma ciò che il viaggio modifica in noi stessi.

IL VIDEO IN GRANDE FORMATO

 

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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