Se avete bisogno di ricaricarvi energeticamente, andate in bicicletta sulla piana di Castelluccio di Norcia, nei Monti Sibillini, tra Umbria e Marche. Per arrivarci potete scegliere uno dei tre versanti: da Norcia, da Visso e da Arquata del Tronto. Tutti portano sulla piana dove domina il piccolo paese di Castelluccio, alle pendici del Monte Vettore.

Ci troviamo proprio al centro del cratere del recente terremoto del 2016 che ha distrutto gran parte dei paesi circostanti ma che non ha potuto modificare il fascino di una natura incontaminata, decisamente indifferente agli eventi sismici.

Dopo la prima fase post terremoto, caratterizzata dagli interventi urgenti di messa in sicurezza e di ripristino, si è ora nella fase di ricostruzione e, seppure in villaggi temporanei (allestiti dignitosamente), la vita delle comunità è ripresa, mentre proseguono i lavori di demolizione e rimozione delle macerie.

Lo scenario delle distruzioni riguarda esclusivamente le abitazioni perché le strade sono tutte aperte al traffico veicolare e nei nuovi villaggi ci sono i servizi di base sia per la popolazione residente che per i turisti.

La piana di Castelluccio è uno dei luoghi più belli e affascinanti del centro Italia e merita un viaggio. Nota sin nell’antichità, è sempre stata considerata un luogo magico. Dal Lago di Pilato sul Vettore, all’antro della Sibilla sui monti che da lei hanno preso il nome, più che la storia dei luoghi sono state tramandate le leggende di raduni magico esoterici di maghi provenienti da tutta Europa.

Questa atmosfera la si respira ancora oggi. Lo spettacolo che si presenta appena si svalica da uno dei tre versanti (specialmente proveniendo da Norcia) è decisamente emozionante: una distesa d’erba, senza alberi, per chilometri, solcata da una strada rettilinea che divide in due la pianura con verdi colline circostanti, dominate dalla presenza del Monte Vettore, con la sommità quasi sempre avvolta da spesse nuvole.

Il “piccolo Tibet” lo si apprezza pienamente in autunno, possibilmente non durante il weekend, poiché è anche frequentatissimo dagli amanti del parapendio, dai motociclisti e dai turisti “mordi e fuggi” a caccia di selfie durante la famosa “fiorita di Castelluccio”.

La piana di Castelluccio è bellissima da percorrere in lungo e in largo in bici, ma ancora più bello è arrivarci affrontando le tre bellissime salite da Norcia, da Visso e da Arquata del Tronto.

CASTELLUCCIO DEGLI EROI

A tal proposito la asd Bikemotion ha predisposto il progetto di un brevetto permanente: “Castelluccio degli Eroi” che si può conseguire in qualsiasi periodo dell’anno e consiste nell’effettuare le tre scalate (e rispettive discese) nell’arco di 24 ore. Il brevetto si può conseguire partendo da una qualunque delle tre località: Norcia, Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto per raggiungere la piazza del paese di Castelluccio. Si scende poi verso una della altre due località per poi risalire e tornare alla piazza e ridiscendere di nuovo sull’ultimo versante per poi risalire l’ultima volta e completare il brevetto. Una volta completato il percorso, per essere omologati, bisognerà inviare via email alla asd Bikemotion il riferimento della propria traccia su Strava o Garmin Connect.

Il percorso completo misura 143 km e 3800 m. di dislivello. Le salite e le discese da affrontare sono 9. Le tre principali + le tre per svalicare la piana e le 3 per arrivare alla sommità di Castelluccio.

Norcia – Forca Canapine – 16,7 km e 858 m. dislivello +

Castelsantangelo sul Nera – Forca di Gualdo – 10,2 km e 771 m. dislivello +

Arquata del Tronto – Forca di Presta – 13,6 km e 944 m. dislivello +

CASTELLUCCIO DEGLI EROI – SMALL

Comunque sia, anche se non volete impegnarvi anche in una sola delle tre salite mitiche, potete arrivare in auto fino a Castelluccio e poi attraversare la piana in bici raggiungendo i tre valichi e facendo ritorno sempre a Castelluccio. Ci sono parcheggi, bar e ristoranti in nuove strutture antisismiche che vi aspettano per una giornata diversa (indimenticabile).

Percorso totale 40 km e 868 m. di dislivello +

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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Nei mesi scorsi, attraverso il blog, abbiamo ricevuto una richiesta di informazioni da parte di Jocelyne relativamente al percorso in bici per raggiungere il Castello di Postignano partendo da Assisi.

Abbiamo fornito queste informazioni e ne è seguito un simpatico scambio di email. Incuriositi dal loro modo di viaggiare, abbiamo chiesto a Jocelyne di inviarci al suo ritorno un breve resoconto e delle foto della loro esperienza di viaggio in Italia.

Quello che segue, nella versione in italiano e in quella in inglese, è il testo di Jocelyne che vi invitiamo a leggere per conoscere il punto di vista di una cicloturista straniera che ha programmato e realizzato una vacanza in bicicletta in Italia con il suo compagno.

“Mi chiamo Jocelyne Laplante. Io e il mio compagno siamo una coppia canadese di cinquant’anni di Montréal, Québec.

Siamo designer, interessati all’arte visiva e alla cultura (link al sito).

Siamo in buona forma, abbiamo buone bici ma non siamo «ciclisti ad alte prestazioni». Ci piace l’idea di andare liberamente, lentamente e silenziosamente sulle strade di campagna, sentendo la forma della terra cambiare, attraversare un piccolo villaggio e fermarci per fare un disegno e gustare un gelato.

Il Castello di Postignano, in Umbria, è stata la destinazione finale della nostra vacanza di 1 mese in Italia, a partire da Venezia.

Abbiamo volato con la compagnia aerea Air Transat che accetta biciclette a un prezzo ragionevole e offre voli diretti da Montreal a Venezia e il ritorno da una città diversa, senza costi aggiuntivi (nel nostro caso Roma).

Quindi ci portiamo le nostre biciclette, le imballiamo in scatole di cartone per l’andata e per il ritorno, e poi in sacchetti di plastica forniti dalla compagnia aerea e inclusi nel prezzo del biglietto. Viaggiamo leggeri, con solo due borse posteriori per ciascuno, di dimensioni medie.

Non essere appesantiti dal bagaglio rende il percorso in bicicletta più facile e più divertente. Oltre al ciclismo, ci interessa visitare musei, disegnare e apprezzare la cucina, quindi il viaggio lo abbiamo pensato prevedendo alcuni giorni consecutivi di ciclismo e tre tappe principali con sosta e soggiorno di 4/6 giorni in città d’arte.

Quindi, prima tappa, Venezia. Visto che le biciclette a Venezia non sono ammesse (e non sono affatto utili), ci fermiamo a Mestre. All’inizio del nostro viaggio solo una breve tappa in bici il primo giorno dall’aeroporto a Mestre. Il soggiorno a Venezia è stato caratterizzato principalmente dalla visita della Biennale d’Arte e per disegnare.

Poi è iniziata la vera avventura: pedalare lungo la costa adriatica attraverso la Laguna di Venezia: Lido, Pellestrina, Chioggia, Comacchio, Ravenna. Dopodiché, cambio di direzione, ad ovest, in Toscana, verso la nostra prossima «grande» destinazione; Firenze con 4 giorni di stop, via Faenza e Brisighella.

Da Brisighella abbiamo evitato la maggior parte della salita della parte montuosa prendendo il treno fino a Borgo San Lorenzo. Dopo una breve salita, finalmente una lunga e bella discesa fino a Firenze, passando da Fiesole.

Direzione successiva, a sud, in Umbria. Prendiamo il treno da Firenze ad Arezzo e da lì in bici fino al Lago Trasimeno, poi Perugia e Assisi. La nostra ultima tappa/giornata in bici è stata da Assisi a Postignano per un rilassante soggiorno di 5 giorni in un hotel in questo pittoresco «Borgo» medievale abbandonato alla fine degli anni sessanta e mezzo rovinato dal terremoto ma ora completamente restaurato da architetti rispettosi.

Le previsioni di temperatura per quel giorno erano molto calde, quindi abbiamo lasciato Assisi la mattina presto seguendo il tracciato suggerito da Valter, partendo da Spello passando per Foligno, Colle di San Lorenzo, Rasiglia e Sellano. La strada era fantastica, salendo dolcemente e lentamente attraverso la montagna con un’ultima discesa da Sellano a Postignano. Grazie Valter !”

“We are a Canadian couple from Montréal, Québec,  in their fifities, graphic designers interested in visual art and culture.

We are in good shape, have good bikes but not at all «high performance cyclist». We like the idea of going freely, slowly and silently on country road feeling the landform changes, crossing small village and stop for a drawing and a gelato. We flew with Air transat airline who accept bicycles for a reasonable price and offer direct flight from Montreal to Venise and a return from a different city with no additional fees (in our case Rome). So we bring our bicycles, packed them in cardboard boxes for the first part and for the return, in plastic bags provided by the airline and included in handling price. We travel light, with only two medium size rear saddle bags for each. 

Being not overload makes the cycling part easier and more fun. Beside cycling, visit museum, drawing and cooking are our main interest, so the trip is organized, say balanced between few consecutive days of cycling and three major stops /city stays of 4 to 6 days. 

So, first stop, Venezia, since bicycles are not allowed (and not useful at all) in Venezia we stay in Mestre. For this part, no cycling, only a short ride first day from airport to Mestre. The stay in Venezia was mainly for visiting the Biennale and drawing.

Then the real adventure begin: cycling along the Adriatic coast via the Venezia Laguna: Lido, Pellestrina, Chioggia, Comacchio, Ravenna. After that, change of direction and decor, going west, in Tuscany, to our next «big» destination; Firenze with 4 days stop, via Faenza and Brisighella. From Brisighella we skip most of the climbing of the mountainous part by taking the train from Brisighella to Borgo San Lorenzo, from there it still climb a little for finally going down in a long and nice way to Firenze via Fiesole. 

Next direction, south, in Umbria. We take the train from Florence to Arezzo and from there cycle to Lago di Trasimeno, then Perugia and Assisi. Our last step/ cycling day was Assisi to Postignano for a relaxing 5 days stay in a hotel in this picturesque medieval «Borgo» abandoned in the late sixties and half ruined by earthquake but now completely restored by respectful architects. The temperature forecast for that day was very hot, so we quit Assisi early in the morning following the track suggested by Valter, starting from Spello via Foligno, Colle di San Lorenzo, Rasiglia and Sellano. The road was great, gently and slowly climbing trough the mountain with a final descent via Sellano to Postignano.

Thank’s Valter !”

Grazie Jocelyne !!!

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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Se vuoi un reportage che descrive le 16 tappe di questa ultramaratona (con i file gpx del percorso) puoi consultare questa mia raccolta su KOMOOT.

Le riflessioni che seguono sono personali ma possono essere utili per capire quale sia il senso di una avventura come questa che ho vissuto da protagonista.

Chi organizza una ultra-maratona ciclistica come la Alpi 4000, non ha in mente un evento sportivo tradizionale.

E’ il regista di un film che verrà interpretato, vissuto e visto da molte persone: i randonneur, che sono certamente i protagonisti, gli “angels” (così vengono chiamati coloro che collaborano alla riuscita dell’evento), gli abitanti dei luoghi attraversati dal percorso, i parenti e gli amici dei randonneur, gli appassionati di questa disciplina, e la cosiddetta “gente comune”.

Ogni randonneur è libero di interpretare il viaggio a suo piacimento. Deve solo rispettare due semplici regole: seguire il percorso certificando il suo passaggio presso i controlli dislocati lungo di esso e concluderlo non prima e non dopo le ore minime e massime stabilite dagli organizzatori in base ad un regolamento riconosciuto internazionalmente.

Cosa caratterizza e differenzia una ultramaratona ciclistica dai tanti viaggi in autonomia che migliaia di ciclisti nel mondo compiono ogni anno andando ad esplorare luoghi noti o meno noti ?

La randonnée è una proposta di spazio-tempo pensata e organizzata da qualcuno, mentre il viaggio in autonomia sei tu a deciderlo, scegliendo sia la meta che il percorso da seguire e il tempo che ci vorrai impiegare.

Se decidi di partecipare ad una ultra maratona lo fai perchè vuoi metterti alla prova, individualmente, partecipando però ad un evento collettivo.

Si tratta di una sfida a tutti gli effetti dove, però, gli altri non sono gli avversari da battere, ma i compagni di un lungo viaggio ricco di difficoltà e di insidie, da completare entro un tempo massimo che non concede rilassamenti.

Il film immaginato dagli organizzatori non sempre corrisponde a quello di ogni singolo randonneur. Ciascuno si costruisce un suo programma di viaggio in base al quale attraverserà i luoghi ad orari diversi e in condizioni climatiche, atmosferiche e mentali diverse. Questa differenza si evidenzia sempre più man mano che passano i giorni e scorrono i chilometri.

Tra i numerosi randonneur di tutte le nazioni che partecipano ad una ultra maratona come la Alpi 4000 ci sono quelli che la interpretano come una sfida finalizzata a completare il percorso nel minor tempo possibile e altri che utilizzano tutto il tempo a disposizione per godersi il viaggio.

Ovviamente per gli uni e per gli altri il film è diverso. Anche i ricordi e i racconti sono diversi, ma tutti condividono la soddisfazione di aver portato a termine una impresa.

Ecco, una ultra maratona ti regala il gusto dell’impresa condivisa, mentre il viaggio solitario in autosufficienza totale è un’avventura individuale difficile da condividere con chi non l’ha vissuta.

Personalmente ho avuto modo di vivere il film di una ultra maratona sia da regista che da interprete, avendo organizzato lo scorso anno la 999 Miglia di Roma e del Sud insieme a Luca Bonechi e Fabio Bardelli e avendo partecipato quest’anno, come randonneur, alla Alpi 4000.

Ho completato il percorso arrivando in cima allo Stelvio per ultimo, ma entro il tempo massimo, conquistando sia il brevetto che la ambita “maglia nera” che rappresenta il simbolo di un modo, non meno eroico, di godere di tutto il tempo a disposizione per completare l’impresa.

Lo scorso anno ho ricevuto molti complimenti da chi ha partecipato alla 999 Miglia perchè si è trattato di una esperienza estrema per le difficoltà incontrate ma anche per l’enorme bellezza goduta dai randonneur che hanno attraversato Roma e gran parte del Sud d’Italia con i suoi tesori e i suoi gioielli noti e meno noti, comunque da scoprire a da vivere.

Quest’anno ho invece avuto modo di interpretare un film fantastico ideato, organizzato e sceneggiato dagli amici Enrico Peretti e Mario Zangrando, con il contributo preziosissimo di Gianfranco Vignati (Jimmy). La Alpi 4000 è stata l’occasione per scoprire il Nord Italia con le sue grandi montagne, le bellissime valli, i grandi laghi, i grandi fiumi e l’immensa pianura padana. Città d’arte, gioielli di architettura, piccole frazioni dimenticate, paesaggi nei quali perdersi, persone gentili e curiose incontrate lungo il percorso, angeli custodi dei rando point sempre disponibili e randonneur di tante diverse nazioni e culture come compagni di viaggio.

Ho pedalato di giorno e di notte, ho dormito pochissimo, ho mangiato tutto ciò che mi capitava a tiro, dimagrendo lo stesso qualche chilo. Ho bevuto circa 20 litri di acqua al giorno e numerose birre. Ho potuto apprezzare pasticcerie e gelaterie incontrate lungo il percorso nelle brevi ma numerose soste effettuate più per alimentare la mente che per rilassare i muscoli.

Ho anche dovuto affrontare un ultimo giorno drammatico per via di una contrattura dei muscoli del collo rimediata il giorno prima a causa degli sbalzi di temperatura nel tratto di gallerie del lago di Garda. Non potendo muovere il collo e sollevare la testa, mi era difficile pedalare nella corretta posizione. Ho percorso la lunga discesa del Passo Palade seduto sul tubo orizzontale per poter vedere la strada. Poi, dopo un inutile passaggio in farmacia a Merano, ho percorso la ciclabile della Val Venosta pedalando senza mani per poter mantenere il busto eretto e guardare avanti. Arrivato stremato al controllo di Silandro ho anche pensato di ritirarmi per il dolore e le difficoltà che avrei sicuramente dovuto affrontare in questo stato nella salita dello Stelvio.

Poi ha prevalso la ragione e il calcolo. Giunto a Prato allo Stelvio, sempre procedendo senza mani sullo sterrato, mi restavano 5 ore per arrivare in cima prima dello scadere del tempo massimo. Ho fatto un primo tratto di salita di prova procedendo a piedi e ho verificato che potevo tenere un passo di circa 4,5 km orari.

Ce la potevo fare.

Così ho fatto, alternando tratti con meno pendenza in bici ad una velocità superiore (circa 7/8 km/h) a tratti più ripidi a piedi. Una strategia vincente che mi ha consentito di conquistare il brevetto e la maglia nera e di scattare molte foto di uno Stelvio deserto, privo di auto e moto.

Questi ultimi 25 chilometri li ho percorsi insieme a Maurizio Nese che, pur non avendo lo stesso mio problema fisico, ha copiato la mia strategia, godendosi questa meravigliosa ultima salita e arrivando poco prima di me. Tutto questo con il sostegno e l’incitamento di Moreno Castellani che è stato il mio prezioso compagno di viaggio in questa bellissima avventura.

L’Italia, nonostante i suoi enormi problemi e complicazioni di carattere culturale, è forse il paese più bello del mondo da esplorare in bicicletta. Le ultra maratone come la 1001 Miglia, la 999 Miglia, la Alpi 4000 e la 6+6 Isole, che si svolgerà il prossimo anno in Sardegna e in Sicilia con passaggio nave da Cagliari a Palermo compreso, fanno parte di un grande progetto dell’ARI per far conoscere l’Italia ai randonneur di tutto il mondo. Si chiama l’Italia del Grand Tour.

Sono certo che sarà un successo.

 

Per concludere ecco alcuni numeri della Alpi 4000.

476 iscritti provenienti da 37 nazioni e 5 continenti

392 partenti (29 donne)

345 brevettati (311 BRM – 140 ore e 34 BRI 158 ore)

47 tra ritirati e non omologati

 

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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La valle incantata from Euromediaitalia on Vimeo.

Il viaggio in Italia ha origini antiche. Indipendentemente dal mezzo utilizzato (carrozza, carro, cavallo o a piedi) il viaggio in Italia era molto più difficile e complicato rispetto al viaggio in aereo, in auto o con il treno dei giorni nostri. Con le biciclette moderne è abbastanza facile anche il viaggio in bici, sicuramente più faticoso, ma realizzabile da un gran numero di ciclisti.

Spesso si fa confusione tra viaggio e vacanza. Per andare in vacanza è necessario avere tempo, denaro e una destinazione. Per organizzare un viaggio, invece, non bastano gli ingredienti della vacanza, ci vuole anche una forte motivazione. Continua a leggere

Valter Ballarini

Nato a Terni, in Umbria, ciclista, randonneur, guida cicloturistica, da anni esplora il mondo del Ciclismo non solo come fenomeno sportivo ma come modalità più consapevole di osservare e vivere la realtà. Architetto, in passato, ha realizzato progetti come la Bibliomediateca e il Videocentro a Terni, la Città del Gusto del Gambero Rosso a Roma, il Virtual Reality & Multi Media Park di Torino.

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