
Quello del gravel è un fenomeno recente, nato negli USA, che si sta diffondendo rapidamente in tutti i continenti. Come già accaduto per la Mountain bike, un’idea apparentemente strampalata, è diventata una moda contagiosa.
La bicicletta “Gravel” ha il telaio e il manubrio che la fanno assomigliare alla bici da corsa, ma ha ruote “grasse” simili alla Mountain Bike. Se poi la osserviamo con maggiore attenzione ci accorgiamo che le somiglianze sono solo apparenti perché la bici Gravel è una bicicletta nuova, del tutto diversa dalle precedenti, con caratteristiche distintive proprie che corrispondono a un nuovo modo di interpretare la bicicletta in riferimento a nuova filosofia di vita.
Chi ama la velocità e ha poco tempo a disposizione per praticare il Ciclismo come sport, si compra una bici da corsa. Chi ama percorsi accidentati, immersi nella natura, acquista una Mountain bike. Chi ha tempo e voglia di pedalare senza fretta, alla scoperta di territori sconosciuti, senza doversi preoccupare del tipo di terreno che incontrerà lungo il percorso, sceglierà una bicicletta Gravel.
Sull’argomento bici Gravel, negli ultimi anni è stato scritto e detto molto per cui non credo che sia utile in questo articolo parlare delle caratteristiche tecniche di questa nuova bicicletta ma, ciò che più mi interessa, è cercare di capire cosa sia l’esperienza Gravel.
Questo anche perché, in base alle varie offerte dei costruttori e alle scelte dei vari componenti della bici (copertoni più o meno tassellati, tubeless, ruote), questa può assumere caratteristiche completamente diverse avvicinandosi troppo o alla Mountain bike e alla bici da corsa. Non prendiamo in considerazione questi estremi e concentriamoci su cosa si possa fare con la bici allestita per viaggiare e non per partecipare a competizioni o cimentarsi su percorsi particolarmente sconnessi e impervi.
La bici Gravel deve scorrere su asfalto e avere grip sullo sterrato. Questo è ciò che serve per viaggiare senza limiti. Non si tratta quindi di una semplice scelta tecnica ma di una modalità di affrontare un percorso avendo l’obiettivo del viaggio e della scoperta del territorio.
Non avere vincoli di tipo tecnico per la scelta del percorso, ti permette di concentrarti sull’esperienza del viaggio.
Il viaggio non può essere condizionato dal tipo di fondo da percorrere ma dalle cose che vuoi vedere e i luoghi che vuoi raggiungere, possibilmente lontano dal traffico e dai pericoli, in uno stato mentale il più possibile libero da preoccupazioni e da stress.
La scelta del percorso non è quindi determinata dal fondo stradale che può essere indifferentemente asfaltato, sterrato, ghiaioso, liscio o con presenza di buche.
Chi usa la bici gravel, nonostante questa sia dotata di rapporti agili che consentono di superare qualsiasi asperità, non ha problemi, nel caso, a scendere dalla bici e a spingerla per brevi tratti, in situazioni difficili.
Su asfalto si viaggia che è un piacere perché i copertoni grandi e più larghi smorzano le vibrazioni del fondo che, ormai, sulle nostre strade secondarie è quasi sempre sconnesso, e, quindi, quando si passa da un tratto sterrato, dove ci si diverte guidando, ad un tratto asfaltato, non si perde il piacere della guida, anzi, poiché le strade scelte sono prive di traffico, si continua il viaggio, rilassati, senza badare al fondo della strada.
Detto questo, ritengo che quando si programma un viaggio o semplicemente un giro in bici con la gravel, non è necessario andare a cercare a tutti i costi la ghiaia, ma ci si deve (e ci si può) concentrare sulla bellezza del percorso, sul paesaggio, sui borghi da visitare, sui punti di interesse da raggiungere.
In fondo, cosa importa se la strada è bianca o grigia se è il mondo esterno e il nostro mondo interiore che ci appare coloratissimo nei nostri viaggi ?